Il fattore P


Prima del Branding, c’è il fattore P.
Il fattore P sta per: Personale.
Personal viene prima di Branding….e non perchè usiamo il termine in lingua inglese, ma perchè è proprio l’ordine con cui devi pensarli e agirli!

Ogni giorno mi trovo a ricominciare con colleghi coach o altro tipo di professionisti, anche già in attività da un pò, a lavorare sulla propria identità, sulla propria storia, su ciò che li rende credibili, su ciò che li distingue, sul proprio stile e preferenze,e sulla costruzione di un business sostenibile rispetto alla vita che hanno scelto, etc.
Tutto questo viene ancora prima di ogni minima visione da realizzare ed esprimere.
Viene prima dei clienti da attrarre.
Non puoi pensare di proiettare nulla là fuori se non hai chiaro chi sei, cosa ti distingue, che stile hai, etc, etc.
Lavorare sul proprio Posizionamento e sul proprio Personal Branding è un lavoro squisitamente da fattore P.
E’ un affare fortemente personale, come il tuo business.
Non sto dicendo che questi clienti non sanno chi siano. Lo sanno fin troppo bene, ma è come se non riuscissero a vederne la connessione con il proprio Business (Personal + Branding), o ritenessero di doversi occupare di altre questioni o dire altre cose.
Quando si riparte da sé, si focalizzano le basi da cui partire, tutto prende una chiarezza e una velocità inaudita.
Si abbattono un sacco di resistenze, si prendono molte scelte con meno fatica.

E’ paradossale, ma naturale avvenga visto che da soli fatichiamo sempre a vederci, che dei professionisti vocati a far risplendere la luce interna al proprio cliente, e che la vedono e aiutano le persone proprio ad estrarla ed esprimerla, vadano a perdersi nei consigli esterni, nei dictat del “meglio il funnel”, no, “meglio l’organico”, o tanto altro su cui si genera enorme confusione.
Quei “tecnicismi” servono, con parsimonia e fine scelta, ma dopo.
E conosco colleghi bravissimi dedicati a questi aspetti.
Ma c’è un prima.
Molti coach o consulenti quel prima lo bypassano.
Si sentono pronti per decollare e per farsi consigliare “solo” sul tipo di mezzo da scegliere.
Peccato che in moltissimi casi mancano le fondamenta, manca tutto il lavoro “Personal” di “Brand Identity” che altro non è che una scusa ennesima per lavorare su di sé, ma con un linguaggio che poi sia utile anche ad esprimere queste scoperte o conferme, al di fuori, in termini di Business.

Lo dico apertamente: io leggo, studio, mi appassiono di tutto ciò che riguarda il marketing, le analisi, gli strumenti.
Ma sono un MEZZO.
Prima, occorre occuparsi del Fattore P.

Per me il Personal Branding è, e sarà sempre, un lavoro sulla persona, prima che sul prodotto (cosa poco scontata quando le due cose coincidono anche. E da qui enorme confusione e grande lavoro per collegarli).

Per me il Personalbranding è PORTARE IN LUCE IL TUO MONDO DELL’ESSERE, E COMUNICARLO ASSIEME AL TUO MONDO DEL FARE.
Troppo spesso vedo dare per chiarito e scontato il proprio mondo dell’essere, concentrandosi sulla frenesia del mondo del fare, del trovare clienti, del funnel, dell’adv, etc, etc.
Peccato che non è così.
E lo dimostrano i risultati che non quadrano.
Puoi aver preso tante consapevolezze, avere chiaro che vuoi fare questo mestiere, del perchè lo vuoi fare, cosa vuoi dare al mondo, ma spesso non è chiaro come puoi distinguerti, stare online, essere percepito credibile, su cosa hai più benzina, che tipo di nicchia è la più risonante con la tua anima e ami profondamente servire.
E questi, sembra, ma non sono tecnicismi.
Vanno sempre considerati dal punto di vista dello sviluppo personale (animico direi, per chi vuole intenderlo).

Il tuo business cresce in base a come cresci tu.

Ciò che adoro del Personal Branding è che è un lavoro misto di scoperta di sé, e di strategia di business.
Una figata pazzesca. Ti compatta, ti rinforza, ti restituisce senso e lo rende chiaro anche agli altri.
Terminato questo tipo di lavoro di fondamenta, allora puoi concentrarti sul come, quanto, dove, sui tips&tricks…e ti servono, se vuoi scalare.
Si tratta di amplificare e rendere consistentemente presente un messaggio che è ora cristallino, una strategia che non fa una piega.
Se arrivi confuso, non c’è marketing che ti possa fare miracoli.

Se incappi in un professionista etico, ti riporta alla casella prima: a chi sei e a chiarire il tuo messaggio. Altrimenti qualsiasi landing, adv non convertirà.
Che il fattore P sia con te!