Emozioni e business online. In rotta verso te stesso


Diciamocelo francamente: siamo stanchi. Tutti.

In questo ultimo mese sono stata contattata da colleghi coach, e da manager per lavorare sul proprio Personal Branding. Ma non  – come potresti pensare – per aiutarli ad essere più presenti e visibili, e trovare clienti.

No, mi hanno contattata come ultimo tentativo prima di mollare gli ormeggi per sempre.

Non ce la fanno più a reggere i ritmi insostenibili dell’online, quelli che tutti abbiamo tenuto quest’anno.

Ti parlo di gente che ha già un suo Brand e posizionamento, e che comunque è stremato, e oscilla tra la voglia di mollare tutto e proseguire…sa che è un momento difficile, e ha capito che la via deve essere un’altra, e va trovata.

E’ esattamente così, va trovata la propria via.

Chi lo ha detto che ti devi massacrare sui social, postare ogni giorno, mostrare che in questo sacrosanto casino in cui siamo immersi tutti , tu abbia sempre il super navigatore.

Tanto non lo hai, come me, come noi. Il re è nudo.

Tanto vale che togli la maschera, senti le tue emozioni, la tua ansia, la tua frustrazione, la tua rabbia nel sentirti obbligato, costretto a presidiare alla cieca meccanismi che tanto ti sfuggono, perché l’algoritmo non lo conosci, e neanche i super espertoni, anche loro in rincorsa.

Ci sta.

Allora dov’è il vero nocciolo del problema?

Cosa è cambiato rispetto a quanto facevi prima?

Provo a dirti quanto sento io: il mercato si è riempito di voci, tutti fanno dirette, tutti richiamano la tua attenzione, tutti hanno una formula, sistema, protocollo, tutti “sembrano” avere la verità in tasca.

Una guerra che ti strema ancor prima di iniziare. Un logoramento psicologico e una pressione che si va a sommare a quella del lavoro incessante non nutrito da molto altro, e delle preoccupazioni di sopravvivenza che già, come tutti, hai avuto e continui ad avere.

Pensare anche a dover sopravvivere online, secondo regole non chiare e in rapidissimo mutamento, ti diventa insostenibile.

Ti senti schiantato.

Pensi che forse non sei portato, o che allora sei già vecchio, fuori moda, non ci stai più dietro, o non sei più disposto.

Eppure una vocina da dentro ti dice che non è così, che hai solo bisogno di un centro di gravità permanente, di rientrare in te, di focalizzare meglio, trovare la tua chiave.

Chi ci prova, e stacca per una settimana, poi torna online dicendo: “rieccomi, avevo deciso di staccare un pò, preso dal mio lavoro, ma ora riprendo a…”

La verità è che ci manteniamo tutti su un livello di scarsissima coerenza e autenticità. Ci barcameniamo.

La verità è che spesso stacchi perché sei allo stremo. Stacchi perché ne hai bisogno. Stacchi perché è umano farlo. Stacchi perché anche tu sei nel sistema pandemico a vivere quello che vivono gli altri, non sei mica un alieno che cala dall’alto. Sei stato qui, con noi, immerso in questo oscillare di emozioni, assieme a noi.

Fa meno brand dire che da coach o consulente anche tu tentenni e stai cercando come funzionare?

Fa meno brutto dire che “hai staccato perchè hai tanto da lavorare” piuttosto che ammettere che dentro questo “bordello digitale” ti senti soffocare anche tu qualche volta?

Ti sembra brutto ammettere che quando leggi titoli assurdi su testate nazionali affermare che “è arrivato l’esperto xyz finalmente”, ti muove la bile perché lo conosci e sai che: non è il massimo esperto,  fa parte di cricche che si autoalimentano?

Vuoi rimanere un battitore libero di pensiero ma ogni tanto queste situazioni ti portano a fustigarti sul fatto che forse, allora, non sai venderti senza remore come altri?

Ti senti in colpa di provare questo disgusto?

Io la ricetta non te la do.

Sono un coach.

Se vuoi, ti posso aiutare a trovare la tua quadra in tutto questo.

La TUA quadra.

Provo però a sollecitarti con qualche osservazione e domanda che spero ti sia di ispirazione.

Ciò che ho notato, lavorando su questi temi ed emozioni collegate al Personal Branding online è che:

  • Se posti meno, ma dai densità creativa, che aggiunge e sposta, la gente ti legge comunque, anzi…(il problema cui stiamo andando incontro è la sovraesposizione, e va gestita bene, perché non sei Pippo Baudo, tocca che ti attrezzi prima che sia troppo tardi).
  • Trova il tuo ritmo, dagli fiducia, e non ti stare tanto a confrontare. Lavora e poi vedi cosa accade. Le somme si tirano non in tempo reale. Stai investendo in qualcosa di importante e di lungo periodo. Se non guardi su Instagram cosa fanno gli altri ogni nanosecondo, e tiri dritto con il tuo piano per una settimana/un mese, non ti perdi molto. Prova a farlo e sorprenditi. Al massimo ti sei rilassato: e ti pare poco di questi tempi?
  • Non sempre il problema vero, e quindi anche la soluzione, è nella fobia di cercare nuovi clienti. Il tuo capitale vero sono i già clienti, ciò che già è con te. Sicuro che tu gli stia offrendo materiale utile, preso come sei dalla foga di trovare tot clienti nuovi al mese? Io ritengo che sia il caso di esplorare bene questo aspetto. Ci ho creato un percorso dedicato e che ho chiamato Clienteling4Coaches. Ti assicuro che ti da pace e ti ri-centra, aprendoti al contempo un sacco di opzioni strategiche da praticare su ciò che già hai e puoi meglio valorizzare. Lavoriamo sull’abbondanza, non sulla carenza. L’ho creato perché serviva a me, siamo tutti nel frullatore ricordi?….e funziona assai bene).
  • Personal Branding si può fare in tanti modi. Tu su un social ti ci devi accomodare…chi ha detto che devi solo postare, o solo fare video, o che a cinquant’anni ti devi mettere a fare i balletti buffi per catturare attenzione. Se è nel tuo stile va stra-bene. Se hai dei clienti per cui quel tipo di modalità può funzionare, e ti appartiene, va stra-bene Ma se non te la senti, non ti rappresenta, allora va stra-bene lo stesso.

Ricordati: esistono i clienti perfetti per ciascuno di noi.

La questione è proprio questa a mio avviso : individuare i giusti clienti e poi nutrirli con contenuti di vero valore per loro.

E’ questo che ti mantiene attrattivo e credibile. Lo so, lo dicono tutti, ma in pratica pochi lo fanno davvero.

Il personal branding è sempre un atto relazionale, esisti tu, ed esistono i tuoi clienti, e soprattutto esiste un contenuto di valore da veicolare per loro. Il valore deve essere PER loro.

Sei utile?

Quando comunichi, devi averli ben in testa, usare le loro frasi, le loro emozioni, offrire qualcosa di cui hanno bisogno.

Perché a volte non riusciamo ad attrarre le persone giuste e a far decollare il nostro business o la nostra presenza online?

Per esperienza diretta con i miei clienti, anche quelli che in questo momento mi chiamano per capire come “essere sui social” trovando un proprio modo, i problemi veri che sottostanno a queste difficoltà sono perlopiù:

  • Osservare il tutto con un locus of control esterno
  • Pensare di avere chiara la nicchia, quando invece non lo è per nulla
  • Non avere chiarezza di obiettivo. Cosa voglio ottenere con la mia presenza online?

Non può più essere solo ottenere visibilità, vanity metrics, o se già siamo evoluti, clienti paganti. Io scelgo il mio social di elezione in base a cosa voglio ottenere e in che modo voglio farlo. E se scelgo diversi social, adatto la mia comunicazione al mezzo, ma sempre avendo chiaro in testa come voglio posizionarmi: una persona che ispira, un esperto del settore, un tecnico, un guru, una business celebrity, un semplificatore. Stabilire questo cambia tutto.

Ti serve fare tutto quello che stai facendo?

Ti serve fare quello che vedi fare agli altri?

Da cosa ti arriva maggiore riscontro e da cosa no?

Devi studiare.

In primis te stesso.

Non gli altri.

Studia cosa hai fatto, cosa torna indietro, se è utile e a chi, e se ciò che sta accadendo è ciò che vuoi accada.

Visualizza anche nel dettaglio ciò che vuoi succeda.

Spesso non sappiamo perfettamente cosa vogliamo procurare. E invece dovremmo saperlo. Se ce lo chiariamo, ecco che cambia quel post che magari non ha mai la call to action finale e ora te ne accorgi, cambia quel video che è fatto di pancia e non pensato per far accadere quanto voglio e portare le persone a scrivermi o a lasciare commenti.

Non ti serve guardare continuamente gli altri.

Qualche volta, come esercizio di stile, per tenerti aggiornato, ma per il resto, il grosso del lavoro è su di te.

Tu in questo momento di cosa hai bisogno?

Di guardare tonnellate di comunicazione senza densità o a tua volta stai cercando qualcosa che ti nutra e faccia cambiare punto di vista sulle cose?

Stai offrendo utilità agli altri o stai intrattenendo pur di esserci?

Sai chi sono quegli altri? Li potresti chiamare per nome?

Su un social puoi anche postare meno ma conversare di più, interagire di più, andarti a cercare informazioni e persone interessanti, stabilire joint ventures, aprirti a mercati esteri. Pensare un social come solo una bacheca di post e contenuti da produrre ad oltranza è usare i social in modo molto molto riduttivo.

Magari scopri che non sei obbligato a scrivere o fare i video a ritmi infernali (come ti sembra tutti facciano) e i tuoi obiettivi li raggiungi diradando i post, ma rendendoli più significativi, e usando il resto del tempo prendendo contatti mirati e cementando la relazione.

Studia.

L’oggetto di studio sei TU.

Questo ti ridonerà centratura, meno stress, quel tempo per fare strategia che mai trovi, tanto focus e risultati.